Una cosa che non farò mai nella mia vita è definirmi una
scrittrice.
Non importa da quanto tempo scrivo e quanto ho scritto
“Cosa fai nella vita?”
“La scrittrice” non sarebbe la mia risposta nemmeno se dai
miei libri venissero tratti film e i
ragazzi li usassero come testi di narrativa nelle scuole. Sì, ho esagerato, ma
per rendere l’idea.
Scrittrice forse diventi dopo, dopo che te ne sei andata,
dopo che per i successivi cent’anni la gente ancora parla di ciò che hai
scritto, possibilmente bene.
Ecco, quindi se mai dovesse succedere qualcuno me lo farà
sapere, ma non è che mi interessi granché.
Per questo fatico a definire il mio un libro perché, sapete,
gli scrittori scrivono libri.
Non è per denigrarlo, è la cosa più importante che ho fatto
nella mia vita, ma di fatto se è un libro si vedrà, ma non ho altro termine e
quindi è semplicemente
Puoi Uscire a Giocare?
È una storia che ho scritto con i protagonisti, nel senso
che per mesi sono stati loro a divertirsi a dirmi ciò che dovevo raccontare.
Spero di non averli delusi e di aver raccontato come si
conveniva.
La loro non è una storia di tutti i giorni, anche se si basa
su sentimenti e stati d’animo in cui tutti ci siamo trovati. Non è nemmeno una
storia banale, concedetemelo, non per mia bravura ma perché ciò che si ritiene
buono e cattivo qui è sovvertito, ciò che
si ritiene un happy ending forse non è quello che vi aspettereste.
Ad ogni modo se foste interessati il libro è qui
E sono qui anch’io se mai voleste parlarne.
Grazie.